L'industria elettronica, trasformando radicalmente il nostro vivere, lavorare e comunicare, ha incrementato esponenzialmente la domanda di dispositivi elettronici. Questa crescita ha un impatto notevole sugli ambienti e gli ecosistemi. Nonostante i benefici in termini di connettività e accesso alle informazioni, l'industria elettronica comporta significative sfide ambientali. Tanti prodotti elettrici ed elettronici, come smartphone, laptop, televisori, ma anche motori elettrici e panelli solari, necessitano, per la loro produzione, terre rare e metalli pesanti la cui estrazione e lavorazione genera rifiuti tossici, inquinamento dell'acqua e dell'aria.
Crescendo la domanda di dispositivi elettrici ed elettronici, anche quella di terre rare è prevista crescere del 50% dal 2022 al 2030 fino a raggiungere 340.000 tonnellate metriche (1).
La produzione di dispositivi elettronici, prevalentemente ad alta intensità energetica, si basa largamente su fonti di energia non rinnovabili, contribuendo così a significative emissioni di gas serra. Inoltre, l’industria utilizza grandi quantità d'acqua, soprattutto nella fabbricazione di semiconduttori, dove è necessaria acqua ultrapura. Le acque reflue di questi processi contengono spesso metalli pesanti, solventi e altre sostanze chimiche tossiche che, se non trattate correttamente, possono causare un grave inquinamento delle acque.
Anche l’utilizzo di questi dispositivi richiede enormi quantità di energia, spesso generata da combustibili fossili. Questo consumo energetico contribuisce direttamente alle emissioni di gas serra e al riscaldamento globale. Questo aspetto è particolarmente evidente nei data center, dove il fabbisogno energetico è cresciuto del 20-40% negli ultimi anni a causa dell'incremento dei carichi di lavoro. (2).
Nel 2022, la produzione di rifiuti elettronici ha raggiunto i 62 milioni di tonnellate, segnando un aumento dell'82% dal 2010. Le stime indicano che questa cifra potrebbe salire a 82 milioni entro il 2030 (3). Meno del 25% di questi rifiuti viene riciclato, mentre la maggior parte di questi finisce in discarica o incenerita, rilasciando sostanze tossiche e contaminando l’ambiente, specialmente nei paesi in via di sviluppo dove le norme sullo smaltimento sono meno rigide. Solo l’1% delle terre rare necessarie viene ricavato dal riciclo di questi materiali.
In un’epoca in cui la consapevolezza ambientale influenza le scelte dei consumatori, le politiche aziendali e le normative nazionali, l’industria elettronica si trova ad affrontare sfide significative.
In un contesto di crescente consapevolezza ambientale, due strumenti sono fondamentali per quantificare e gestire l'impatto ambientale dell’elettronica: l'impronta di carbonio e l'impronta idrica.
L'impronta di carbonio misura le emissioni totali di gas a effetto serra associate direttamente e indirettamente al ciclo di vita dei prodotti, dall'estrazione delle materie prime alla produzione, alla distribuzione e allo smaltimento. Questo approccio consente di individuare gli impatti ambientali significativi e di definire strategie efficaci per ridurli. La conformità agli standard internazionali, come la norma ISO 14067, è fondamentale in questo processo. Questo standard fornisce un quadro di riferimento normativo per quantificare e rendicontare l'impronta di carbonio di un prodotto, garantendo coerenza, trasparenza e credibilità.
L’impronta idrica, al pari dell’impronta di carbonio, è una metodologia basata sull’analisi del ciclo di vita (LCA) che valuta però i potenziali impatti ambientali sulla risorsa idrica (come ad esempio scarsità, eutrofizzazione, acidificazione, ecc.), normata secondo lo standard ISO 14046 che fornisce requisiti e linee guida per una valutazione omogenea e consistente. L’impronta idrica misura i potenziali impatti ambientali connessi all’utilizzo d’acqua impiegata da un prodotto, un processo o un'organizzazione lungo l’intero ciclo di vita, fornendo informazioni di tipo sia quantitativo che qualitativo.
Misurando le impronte di carbonio e acqua, le aziende possono identificare le fasi del ciclo di vita dei loro prodotti che hanno l'impatto ambientale più significativo, “hotspot”, fornendo un punto di partenza per l'introduzione di miglioramenti mirati. Questo processo può portare alla riduzione dell'uso di materiali pericolosi, all'ottimizzazione dei consumi energetici e alla minimizzazione degli sprechi idrici, traducendosi in benefici sia per l'ambiente che un vantaggio competitivo sul mercato, soddisfacendo le aspettative dei consumatori e rispettando le sempre più stringenti normative sulla sostenibilità.
Nel percorso verso la sostenibilità, le aziende del settore elettronico si trovano di fronte a una serie di strategie che possono adottare per ridurre il loro impatto ambientale e allo stesso tempo migliorare la loro competitività ed immagine aziendale.
Utilizzo di materiali riciclabili e riciclati: una delle prime azioni è l'integrazione di materiali riciclabili e riciclati nella produzione di nuovi dispositivi. Questo non solo riduce la dipendenza da risorse non rinnovabili, ma contribuisce anche a diminuire il volume dei rifiuti elettronici. L'analisi dell'impronta di carbonio può evidenziare i vantaggi della scelta di materiali a basso impatto ambientale ed il recupero di materiali rari, promuovendo un'economia circolare nel settore.
Migliorare l'efficienza energetica: L'ottimizzazione dell'efficienza energetica di prodotti e componenti attraverso la progettazione e l'innovazione tecnologica è un'altra strategia chiave. Riducendo il consumo energetico dei dispositivi durante il loro utilizzo, le aziende possono ridurre significativamente la loro impronta di carbonio complessiva, soddisfacendo le aspettative di consumatori sempre più attenti all'energia.
Gestione sostenibile dell'acqua: Implementare tecnologie e processi avanzati per il trattamento ed il riutilizzo dell'acqua è essenziale per ridurre l'impronta idrica. L'adozione di sistemi di riciclo dell'acqua, come l'utilizzo di acque di risciacquo riciclate in applicazioni meno esigenti, riduce il prelievo di acqua dolce e migliora la resilienza delle aziende alle variazioni di costo e disponibilità delle risorse idriche.
Estendere la vita utile dei dispositivi: Progettare per la durata, l'aggiornabilità e la riparabilità estende la vita utile dei dispositivi, riducendo la frequenza di sostituzione e, di conseguenza, l'impatto ambientale associato alla produzione di nuovi prodotti. L'analisi dell'impronta di carbonio svolge un ruolo cruciale nell'individuare le fasi del ciclo di vita in cui intervenire per ottimizzare la longevità dei prodotti.
Aumentare l’utilizzo di energia rinnovabile: L'industria elettronica consuma una grande quantità di energia, soprattutto nelle fasi di produzione e di funzionamento dei data center. Attualmente, gran parte di questa energia proviene da fonti fossili, che sono tra le principali cause di emissioni di gas serra. Sostituendo queste fonti energetiche con opzioni rinnovabili, come l'energia solare, eolica, idroelettrica o geotermica, è possibile ridurre significativamente le emissioni di CO2 e altri gas nocivi.
Attraverso l'attuazione di tali strategie, le aziende del settore elettronico non solo rispondono alle crescenti richieste di un mercato sempre più orientato verso la sostenibilità, ma si posizionano anche come leader nella transizione verso un modello di produzione sostenibile.
L'implementazione di un framework basato sull'analisi dell'impronta di carbonio e idrica è cruciale per prendere decisioni informate e strategiche, identificando i percorsi più efficaci per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e soddisfare le aspettative di un pubblico mondiale attento all'ambiente.
Il settore elettronico, di fronte alle sfide della sostenibilità, deve adottare un approccio innovativo che unisce consapevolezza tecnologica e responsabilità ambientale. Le strategie discusse non solo evidenziano la necessità di un cambiamento, ma offrono anche ampie opportunità per migliorare l'efficienza operativa e l'impatto ambientale, promuovendo pratiche che assicurano un futuro più verde e sostenibile. Questa trasformazione non solo rispecchia un impegno etico verso il pianeta ma anche una mossa strategica verso la sostenibilità a lungo termine.
Per iniziare un dialogo
Invitiamo le aziende a esplorare assieme le strategie per una sostenibilità integrata. TÜV SÜD porta una vasta esperienza nell'analisi delle impronte ambientali e lavorando assieme vi aiutiamo a identificare opportunità, delineare ed implementare obiettivi di sostenibilità. Per discutere come possiamo supportare i vostri sforzi di innovazione sostenibile, contattaci
(1) WSJ. (2023, April 25). The U.S. Wants a Rare-Earths Supply Chain. Here’s Why It Won’t Come Easily.
(2) IEA (2024) - Data Centres and Data Transmission Networks
(3) UNITAR (2024). The global E-waste Monitor 2024 – Electronic Waste Rising Five Times Faster than Documented E-waste Recycling: UN
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