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Standard GRI: la serie 300 sugli impatti ambientali e sostenibilità

Dai materiali alla biodiversità

Articolo di: Simone Comes

Gli standard GRI: il pilastro ambientale

 

Con questo articolo, dedicato alle informazioni per la rendicontazione degli impatti ambientali, prosegue la serie di articoli dedicati agli standard specifici del GRI; nella fattispecie, la serie 300. All'interno di questa serie, troviamo il GRI 304: Biodiversità che è però sostituita dallo standard GRI 101: Biodiversity 2024, che amplia e aggiorna il precedente fornendo alle aziende un quadro di riferimento per divulgare in modo trasparente i loro impatti sulla biodiversità.

 

Cosa comprendono gli indicatori ambientali?

 

Le tematiche legate al pilastro ambientale hanno avuto, negli ultimi anni, un’evoluzione normativa importante e, in tal senso, si è registrato un significativo sforzo da parte delle organizzazioni, in parte spinte dalla conformità alle normative, in parte motivate da una crescente sensibilizzazione sui temi ambientali. Nella serie di standard relativi ai temi ambientali sono presenti numerosi indicatori di tipo quantitativo concepiti adottando la prospettiva del ciclo di vita, applicata a prodotti, servizi e processi.

Ai fini di una rendicontazione trasparente, le informative che prevedono l’impiego di questi indicatori richiedono di specificare standard, metodologie, ipotesi e/o strumenti di calcolo, fonti dei fattori di conversione utilizzati e la spiegazione dei processi di definizione di eventuali obiettivi e target.

 

Gli standard ambientali del GRI sono sette e attengono alle seguenti aree tematiche:

GRI 301: Materiali

GRI 302: Energia

GRI 303: Acqua ed effluenti

GRI 304: Biodiversità*

GRI 305: Emissioni

GRI 306: Rifiuti

GRI 307: Compliance ambientale**

GRI 308: Valutazione ambientale dei fornitori

 

*A partire dal gennaio 2026 questo standard sarà sostituito dal nuovo standard Biodiversità 101 recentemente pubblicato e realizzato tenendo conto di informazioni supplementari necessarie per la rendicontazione di questo tema. L’adozione anticipata è promossa da GRI.

**A partire da gennaio 2023, con il passaggio ai GRI 2021, le informative dello standard 307 sono ritirate e sostituite dall’informativa 2-27 “Conformità con leggi e regolamenti” del GRI Universale 2.

 

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QUALI SONO GLI INDICATORI AMBIENTALI?

 

  • GRI 301: Materiali

    Il GRI 301, primo standard della serie, contiene informative utili a rendicontare gli impatti connessi all’impiego dei materiali, ovvero gli elementi in ingresso utilizzati per fabbricare e confezionare i prodotti e servizi di un’organizzazione, che possono essere non rinnovabili (come minerali, metalli, petrolio, gas o carbone) oppure rinnovabili (come legno o acqua). Questi elementi possono essere composti da materiali vergini o riciclati. La prima informativa richiede di quantificare in peso o in volume i materiali impiegati, suddividendo i materiali rinnovabili da quelli non rinnovabili. La seconda informativa prevede il calcolo della percentuale dei materiali riciclati utilizzati sul totale dei materiali utilizzati. La terza e ultima informativa include requisiti e raccomandazioni per il calcolo della percentuale di prodotti recuperati e dei relativi materiali di confezionamento, in base alle diverse categorie di prodotto.

    La tipologia e quantità di materiali utilizzati dall’organizzazione può indicarne la dipendenza da risorse naturali e gli impatti che essa ha sulla loro disponibilità. Il contributo dell’organizzazione alla preservazione delle risorse può essere indicato dal suo approccio al riciclo, riutilizzo e recupero di materiali, prodotti e confezioni.

  • GRI 302: Energia

    Un’organizzazione può consumare energia in varie forme – energia da combustibili, elettrica, di riscaldamento, di raffreddamento o di vapore. L’energia può essere generata autonomamente o acquistata da fonti esterne e può derivare da fonti rinnovabili o non rinnovabili.

    Lo standard GRI “302: Energia contiene cinque informative per la determinazione degli impatti legati ai consumi energetici. La prima informativa si concentra sul consumo di energia interno all’organizzazione e richiede di quantificare il consumo totale dei combustibili, divisi in base alla loro derivazione da fonti energetiche non rinnovabili o rinnovabili e il consumo totale di energia interno all’organizzazione, tenendo anche conto dell’energia prodotta e venduta.

    La seconda informativa dello standard è legata al consumo di energia esterno all’organizzazione, consumo che avviene al di fuori dei confini dell’organizzazione.

    L’informativa 302-3 si concentra sui requisiti per il calcolo dell’intensità energetica (energia necessaria per unità di attività, uscita o altri parametri specifici definiti per l’organizzazione) dell’organizzazione.

    Le ultime due informative di questo standard sono necessarie a contabilizzare rispettivamente il livello delle riduzioni del consumo di energia - ottenuto ad esempio attraverso iniziative di preservazione ed efficienza energetica - e le riduzioni dei requisiti in termini di consumi energetici di prodotti e servizi commercializzati.

  • GRI 303: acqua e scarichi idrici

    Lo standard GRI 303: Acqua e scarichi idrici contiene le informazioni per la rendicontazione degli impatti sulle risorse idriche.

    La quantità e la qualità dell'acqua prelevata e consumata da un'organizzazione, così come gli scarichi, possono influenzare l'ecosistema e la vita delle comunità locali. In questo senso, la rendicontazione degli impatti idrici deve tenere conto del concetto di stress idrico, ovvero la capacità o incapacità di soddisfare la domanda umana e ambientale di acqua.

    La prima sezione dello standard richiede la descrizione dell'interazione dell'organizzazione con l'acqua, in particolare modalità e luogo di prelievo, di consumo e di scarico dell'acqua ed impatti correlati all'acqua causati dall'organizzazione - oppure a cui questa contribuisce attraverso la propria catena del valore - e una descrizione dei rapporti con gli stakeholder impattati.

     

    La seconda informativa riguarda la gestione degli impatti legati allo scarico dell’acqua. I requisiti di rendicontazione e le linee guida si riferiscono alla definizione degli standard minimi di qualità fissati per lo scarico degli effluenti e i relativi criteri di determinazione da parte dell’organizzazione.

    La quantificazione dei prelievi e degli scarichi idrici è definita nelle informative 303-3 e 303-4. Queste ultime richiedono il totale dell’acqua prelevata e scaricata in base a diverse tipologie di fonti e nelle aree soggette a stress idrico.

    I volumi di prelievo e scarico idrico in aree soggette a stress idrico può essere indicativo degli impatti di un'organizzazione in aree sensibili. La quantità di prelievo e consumo idrico di un'organizzazione e la qualità dei suoi scarichi possono avere un impatto sul funzionamento degli ecosistemi.

    L’informativa “306-3 - Sversamenti significativi” è l’unica sezione rimasta valida del vecchio standard “306: Scarichi idrici e rifiuti 2016”, che è stato ritirato e sostituito definitivamente nel 2022. I requisiti indicati includono il numero e la descrizione degli eventi di sversamento significativo.

    L’ultima informativa contiene i requisiti per rendicontare il consumo idrico totale dell’organizzazione.

  • GRI 304: Biodiversità o GRI 101: Biodiversità

    Il GRI 304 contiene requisiti e raccomandazioni in merito agli impatti delle organizzazioni sulla biodiversità. La prima informativa richiede informazioni circa i siti operativi connessi all’attività dell’organizzazione posizionati all’interno o in prossimità di aree protette e in aree di elevato valore in termini di biodiversità. Il monitoraggio delle operazioni di questi siti fa sì che l’organizzazione possa diminuire i rischi di impatto.

    La seconda informativa specifica invece le informazioni relative alla natura degli impatti significativi di attività, prodotti e servizi sulla biodiversità.

    L’informativa successiva “Habitat protetti o ripristinati” illustra le informazioni riguardanti la portata delle attività di prevenzione e ripristino svolte da un’organizzazione rispetto ai suoi impatti sulla biodiversità.

    L’ultima informativa dello standard, “Specie dell’elenco di preservazione nazionale e dell’Elenco rosso dell’IUCN con habitat in aree interessate da operazioni” aiuta un’organizzazione a identificare dove le sue attività costituiscono una minaccia per specie animali e vegetali in pericolo di estinzione. Identificando queste minacce, l’organizzazione può iniziare misure adatte a evitare danni e prevenire l’estinzione di specie.

  • GRI 305: emissioni

    Lo standard “305: Emissioni” tratta il tema delle emissioni nell’aria, con informative specifiche legate a vari tipi di emissioni: gas a effetto serra (GHG), sostanze che riducono lo strato di ozono (ODS, ozone-depleting substances), ossidi di azoto (NO) e ossidi di zolfo (SO), oltre ad altre emissioni di entità notevole.

    Le prime tre informative si soffermano rispettivamente sulle emissioni di gas ad effetto serra dirette (Scope 1), su quelle indirette da consumi energetici (Scope 2) e sulle altre emissioni di gas a effetto serra indirette (Scope 3).

    I requisiti per la quantificazione includono l’indicazione dei diversi gas serra inclusi nel calcolo, le fonti dei fattori di emissione, le percentuali del potenziale di riscaldamento globale (GWP) utilizzate, l’approccio di consolidamento scelto per la contabilizzazione delle emissioni dell’organizzazione (quota di capitale, controllo finanziario o controllo operativo).

     

    La quarta informativa dello standard contiene i requisiti per il calcolo dell’intensità delle emissioni di gas a effetto serra, mentre la quinta analizza le informazioni per la quantificazione delle riduzioni di emissioni di GHG. Le ultime due informative dello standard servono a rendicontare le emissioni di sostanze che riducono lo strato di ozono e quelle di ossidi di azoto, ossidi di zolfo ed altre emissioni nell’aria rilevanti.

  • GRI 306: Rifiuti

    Lo standard 306 è dedicato alla quantificazione e alla gestione degli impatti correlati ai rifiuti. La prima informativa riguarda le informazioni circa la generazione di rifiuti e di impatti significativi ad essi correlati. L’informativa raccomanda all’organizzazione che effettua il reporting la costruzione di un flusso di processo degli elementi in ingresso, attività ed elementi in uscita che conducono o potrebbero condurre a impatti significativi correlati ai rifiuti. Una valutazione di come i materiali si muovono entrando nell’organizzazione, attraversandola e uscendone possono aiutare a comprendere come, nella catena del valore dell’organizzazione, questi materiali alla fine diventano rifiuti.

    La seconda informativa si concentra sulla gestione di impatti significativi correlati ai rifiuti, chiedendo di descrivere le misure adottate, comprese misurazioni della circolarità, per prevenire la generazione di rifiuti nelle attività dell’organizzazione a monte e a valle nella sua catena del valore e per gestire gli impatti risultanti dai rifiuti generati.

     

    L’informativa “306-3: Rifiuti generati” illustra le modalità di calcolo del peso totale dei rifiuti generati e richiede la suddivisione di questo totale in base alla composizione dei rifiutiLe ultime due sezioni dello standard presentano requisiti e raccomandazioni per la quantificazione dei rifiuti (pericolosi e non pericolosi) conferiti e non conferiti in discarica. Lo smaltimento in discarica è l’opzione meno preferibile nella gerarchia gestionale dei rifiuti a causa dei suoi impatti negativi sull’ambiente e sulla salute umana. Il forte rischio di contaminazione derivato dal percolato dalle discariche e il metano rilasciato dal decadimento di rifiuti organici contribuisce al cambiamento climatico e la combustione incontrollata di rifiuti contribuisce all’inquinamento dell’aria. Esso impedisce la ricircolazione nell’ambiente e nell’economia dei materiali presenti nei rifiuti, rendendoli non disponibili per utilizzi futuri.

  • GRI 308: valutazione ambientale dei fornitori

    L’ultimo standard, il 308 tratta il tema della valutazione ambientale dei fornitori. La prima informativa prende in esame i fornitori che sono stati selezionati utilizzando criteri ambientali. Questa informativa presenta la percentuale di fornitori selezionati, o con i quali si è stipulato un contratto, soggetti a processi di due diligence per gli impatti ambientali.

    La seconda informativa si sofferma sugli impatti ambientali negativi nella catena di fornitura e sulle misure adottate, stabilendo dei requisiti legati al numero di fornitori valutati in relazione agli impatti ambientali e fornitori aventi significativi impatti ambientali negativi, potenziali ed effettivi. Infine, la percentuale di fornitori con significativi impatti ambientali negativi, potenziali ed effettivi, con i quali sono stati concordati miglioramenti o con cui sono stati interrotti i rapporti commerciali in seguito alla valutazione.

     

     


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