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Cosa sono i materiali a contatto con gli alimenti

Conoscere le normative e le buone pratiche per la filiera alimentare

Articolo di: Redazione

I cambiamenti nello stile e nei consumi alimentari, la globalizzazione delle filiere, la richiesta di sicurezza in ambito alimentare, relativa oltre che al prodotto stesso anche al packaging e a tutti quei materiali con i quali i cibi vengono in contatto, hanno reso la sicurezza alimentare un aspetto complesso ed articolato per tutti i protagonisti della filiera.


Le abitudini alimentari in Europa, come evidenziato anche dal Rapporto COOP 2022 stanno profondamente cambiando, divenendo più conservative a fronte del carovita avvenuto in epoca post-covid e con un’attenzione particolare alla qualità degli alimenti. Ecco perché è utile fare qualche considerazione sui cosiddetti MOCA.

I MOCA: COSA SONO

I dati dell’OMS indicano come le sostanze chimiche rappresentino un rischio per la nostra salute. Queste sostanze possono trovarsi nel cibo anche a causa della migrazione dai materiali con i quali è venuto in contatto nel processo produttivo, in quello di trasporto e distributivo e/o in quello di consumo. Questi materiali, definiti sinteticamente MOCA (Materiali e Oggetti destinati a venire a Contatto con gli Alimenti), sono parte integrante della filiera e per essi valgono gli stessi criteri e principi di sicurezza che si applicano agli alimenti.

Tra loro ricadono prodotti utilizzati nell’imballaggio come carte, cartoni, pellicole e plastiche; contenitori come pentole e scatole; utensili e stoviglie; componenti utilizzati nelle attrezzature per le lavorazioni alimentari come macchine per il caffè o presenti negli impianti di produzione.

Ai MOCA si applicano specifici principi di sicurezza perché possono trasferire dei loro componenti ai prodotti alimentari, e in alcuni casi causare la contaminazione dei cibi con i quali vengono a contatto. Questo trasferimento è legato ad una serie di fattori che dipendono principalmente dalla natura e dalla composizione dei materiali e delle sostanze con i quali sono prodotti, dalla natura e composizione dei cibi, dalla superficie di contatto, dal tempo e dalla temperatura di contatto tra essi ed il cibo. 

La disciplina sui MOCA si basa sul principio che non esiste la migrazione zero, vi è sempre un’interazione fra l’alimento ed i materiali con cui esso viene a contatto. L’articolo 3 del Regolamento 1935, ad esempio, indica infatti che i materiali e gli oggetti non devono trasferire ai prodotti alimentari componenti in quantità tale da costituire un pericolo per la salute umana, comportare una modifica inaccettabile della composizione dei prodotti alimentari o causare un deterioramento delle loro caratteristiche organolettiche. Questo, tuttavia, implicitamente ammette il trasferimento di sostanze che non vada a compromettere le caratteristiche di sicurezza e salubrità dell’alimento.

 

GLI IMPATTI DEI MOCA SUL CONSUMATORE

I consumatori sono l’ultimo anello della catena alimentare, ma il più critico del processo ed è quindi utile che siano meglio informati sui MOCA e sul loro utilizzo e verificare se sono presenti indicazioni o speciali istruzioni da osservare per un impiego sicuro e adeguato.

A volte siamo talmente abituati a utilizzare dei materiali che non ci concentriamo su quello che può essere indicato sul materiale stesso. Ad esempio, talvolta si trovano delle indicazioni sulla temperatura massima d’utilizzo o su alimenti che sarebbe preferibile non venissero a contatto con il materiale.

 


 

Ad esempio: siamo tutti soliti utilizzare alluminio e pellicola per alimenti. Il rotolo di alluminio che ognuno di noi ha a casa riporta diverse avvertenze, mentre, sulla confezione della pellicola, spesso è indicato di non mettere a contatto con salse, alimenti conservati in liquidi oleosi o con alimenti totalmente costituiti da grassi e oli.

 


 

LE NORME DI RIFERIMENTO PER I MOCA

Il caposaldo europeo in ambito alimentare è il Regolamento UE 178/2002, mentre specificatamente per i MOCA, i Regolamenti fondamentali sono il Reg. UE 1935/2004 (quadro) ed il successivo 2023/2006 sulle Buone Pratiche di Fabbricazione (GMP). Le basi su cui si poggiano i regolamenti sono l’armonizzazione normativa, la valutazione del rischio da parte dell’EFSA, l‘Autorità europea per la sicurezza alimentare, la responsabilità dell’operatore alimentare e la rintracciabilità.

 

Ritiro di prodotto e richiamo dal mercato: come funziona e quali le principali cause

In Italia, il Ministero della Salute lavora a fianco delle autorità comunitarie nella gestione a livello nazionale anche per l’allerta rapida comunitaria RASFF (Rapid Alert System For Food & Feed) che, istituita ufficialmente dal Reg. UE 178/2002, prevede che, dopo un controllo ufficiale a seguito di una richiesta da parte di soggetti diversi, venga identificato un rischio per la salute correlato ad un prodotto, a seguito del quale si attiva il sistema rapido di allerta, che prevede la procedura di ritiro dal mercato o di richiamo nel caso di rischio grave.

 

PACKAGING E MOCA

Come accennato in apertura, anche l’imballaggio costituisce un potenziale pericolo. La plastica ha sì cambiato prepotentemente le nostre abitudini, non solo alimentari, ma che è anche la causa di gravi problemi per la sostenibilità del nostro pianeta. Il percorso virtuoso verso la diminuzione della presenza della plastica è già iniziato con interventi a tutti i livelli che si sono succeduti per limitarne l’uso. Recentissimo è quello del Parlamento Europeo 2019/904 che dal 2021 ha vietato la commercializzazione delle stoviglie monouso in plastica nei Paesi dell’UE, spostando i consumatori verso l’utilizzo di materiali compostabili di cui è più semplice il riciclo o, ancora meglio, i materiali riciclati.

Non semplice però è l’utilizzo di questi materiali per quanto riguarda i MOCA, le cui norme sono molto restrittive, e la plastica riciclata può essere utilizzata nel contatto con gli alimenti solo se risponde a specifici requisiti, poiché nel processo di riciclo potrebbero innescarsi alcune contaminazioni.

Quando si parla di test sui MOCA, le prime due voci alle quali si pensa sono la migrazione globale, come indice di inerzia chimica, e le migrazioni specifiche con le quali si valuta il tenore di cessione di determinati composti. Questa è tuttavia solo una parte dei requisiti. Deve essere garantita l’inerzia sensoriale mediante test organolettici, come pure l’idoneità tecnologica dei prodotti. Non da ultimo, per numerosi materiali è richiesto il rispetto della conformità della composizione in termini di sostanze autorizzate.

 

Oltre ad un’ampia gamma di testing chimici e prestazionali, che avvengono presso i Laboratori pH di TÜV Italia, le aziende vengono supportate anche nella parte di gestione documentale, sia come controllo di dichiarazioni in ingresso che nella stesura della Dichiarazione di Conformità che accompagnerà i materiali. Errori o inesattezze delle Dichiarazioni di Conformità, oltre a potenzialmente costituire una violazione, possono portare a rallentamenti o blocchi nello sdoganamento dei beni.

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