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Parità di genere: l’altro lato della sostenibilità

La PdR 125 a servizio della sostenibilità

Articolo di: Redazione

La Prassi di Riferimento UNI/PdR 125 relativa alla Certificazione della parità di genereper cui TÜV Italia ha ricevuto l'accreditamento da parte di ACCREDIA, è un importante tassello al servizio della sostenibilità.


Il panorama mondiale e italiano

Negli ultimi anni, a livello globale, ci sono stati progressi considerevoli nell’integrazione delle donne nel mondo del lavoro e nella possibilità alle bambine di iscriversi a scuola; tuttavia, c’è ancora molto da fare su temi come la violenza contro le donne, le disparità economiche e la bassa partecipazione delle donne alla vita politica. In Italia, e altrove, l’occupazione femminile ha risentito pesantemente degli effetti della pandemia da Covid19, affermazione che trova conferma in uno studio OECD secondo il quale nell’ultimo trimestre del 2020 il tasso di disoccupazione femminile del nostro Paese arrivava al 10% mentre in alcuni Stati virtuosi, come la Germania, appena il 4,6%.

In Italia purtroppo si riscontrano rilevanti differenze di genere in molteplici contesti: dal mercato del lavoro, alla partecipazione ai processi decisionali, all’istruzione, fino all’accesso alla salute. E la crisi causata dal Covid-19 ha ulteriormente aggravato le disuguaglianze, agendo negativamente sull’occupazione femminile. Sono molto soddisfatta che il Governo abbia inserito nel PNRR proprio una misura “mirata alle donne” e “alla riduzione delle disuguaglianze” e che, ora, con il supporto di TÜV Italia le aziende possano essere certificate. Credo che la parità di genere sia una grande sfida, oltre che un’opportunità per le aziende che vogliano davvero essere sostenibili e migliorare i propri standard lavorativi. Il tema della conciliazione vita-lavoro è uno degli asset fondamentali e strategici per le aziende per attrarre talenti e incrementare la propria competitività sul mercato.

TÜV Italia considera la Parità di Genere come un valore e un elemento fondamentale. Per questo ha implementato al proprio interno un sistema di gestione in linea con i principi stabiliti dalla UNI/PdR 125 e ha definito un Comitato Guida per la Parità di Genere, che ha la responsabilità di attuare e monitorare sia i KPI che le azioni pianificate. Questi, peraltro, sono condizione necessaria per ottenere l’accreditamento da parte di ACCREDIA e devono, quindi, essere ufficialmente soddisfatti.

Per quanto riguarda TÜV Italia – afferma Sabrina Zapperi, Head of Marketing and Communication e Membro del Comitato Guida per la Parità di Genere di TÜV Italia – siamo molto orgogliosi di affermare che la female quota ad ottobre 2022 è arrivata a toccare il 46%, con ben il 39% di donne che ricoprono ruoli manageriali”.

È chiaro quindi come la Parità di genere sia un tema prioritario e un requisito cardine anche per uno sviluppo sostenibile, in particolare dal punto di vista sociale ed economico.

 

La PdR 125:2022 per la Certificazione della parità di genere

In questo contesto si colloca la Certificazione della parità di genere delineata dal PNRR, in particolare nella missione M5: Inclusione e Coesione; l’inclusione di tale tematica nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ne attesta il carattere prioritario e la necessità di agire in questo campo.
La certificazione si basa sulla Prassi di Riferimento UNI/PdR 125, pubblicata il 16 marzo 2022, che definisce le linee guida per l’implementazione di un sistema di gestione per la parità di genere, anche tramite la definizione di un insieme di KPI rispetto ai risultati delle politiche di parità di genere nell’organizzazione. 

Vuoi ottenere la certificazione per la parità di genere per la tua azienda?

All’interno della norma sono state individuate sei aree principali, e relativi indicatori, che determinano il livello di maturità raggiunto dall’organizzazione in materia di Parità di Genere:

  • Cultura e strategia
  • Governance
  • Processi HR
  • Opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda
  • Equità remunerativa per genere
  • Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro

Il possesso della Certificazione di Parità di Genere consente alle organizzazioni di accedere a sgravi fiscali ed a premialità nella partecipazione a bandi italiani ed europei ma non solo. Dotarsi di un sistema di gestione per la parità di genere secondo la UNI/PdR 125 supporta la compliance legislativa, in particolare rispetto alla legge 5.11.2021 n.162 denominata anche Legge sulla parità salariale che determina l’obbligo di redigere un rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile per le aziende che occupano più di 50 dipendenti.

Il Decreto 20 ottobre 2022 emanato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero per le Pari Opportunità e la Famiglia e con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, riguarda l’esonero contributivo per le aziende private che abbiano conseguito la certificazione di parità di genere secondo la UNI/PdR 125 e in particolare, ne definisce i criteri e le modalità di concessione

L’articolo 3 del Decreto definisce l’iter per l’accesso all’esonero contributivo:

  • le aziende in possesso della certificazione inoltrano in via telematica apposita domanda all’INPS secondo termini e modalità definite dall’Istituto;
  • la domanda, oltre ai dati identificativi dell’azienda, alla dichiarazione sostitutiva di essere in possesso della certificazione ed all’indicazione del periodo di validità di tale certificazione, dovrà contenere informazioni relative alla retribuzione media mensile stimata, all’aliquota datoriale media stimata ed alla forza aziendale media stimata.

Le domande sono verificate dall’INPS e sono ammesse con riferimento all’intero periodo di validità della certificazione di parità di genere.  L’INPS autorizza i datori di lavoro alla fruizione dell’esonero nella misura dell’1% dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, fermo restando il limite massimo di 50.000 euro annui e l’eventuale riduzione proporzionale qualora le risorse fossero insufficienti per coprire il numero di domande complessivamente ammissibili.

Conclusioni

L’implementazione di un sistema di gestione per la parità di genere basato sulla UNI/PdR 125, e della certificazione di parte terza di tale sistema consente alle aziende di ottenere numerosi vantaggi fiscali e di business e di dimostrare a numerosi stakeholder l’impegno sulla tematica e di integrare politiche, obiettivi e indicatori con quelli di altri sistemi di gestione come la SA8000 oppure con altri processi come quelli per la redazione del Bilancio di Sostenibilità.

La sostenibilità è un concetto che comprende aspetti ambientali, sociali ed economici. Lo stesso Green Deal, set di politiche sviluppate dall’Unione Europea per arrivare ad un’Unione carbon neutral entro il 2050, si pone l’obiettivo di una transizione verso la sostenibilità che sia “just” ossia giusta, equa ed inclusiva. In questo contesto è chiaro come l’eliminazione del gender gap sia un passaggio imprescindibile verso lo sviluppo sostenibile e la UNI/PdR 125 sia, per il nostro paese, la chiave di volta per un futuro inclusivo e sostenibile per il genere femminile.

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